Banche italiane solide ma sotto pressione, allerta sui prestiti garantiti dallo Stato

La pubblicazione del Rapporto sulla Stabilità Finanziaria della Banca d’Italia rappresenta sempre un momento di grande rilievo, soprattutto per chi – come me – si occupa quotidianamente di credito alle PMI. Il documento appena diffuso conferma la solidità e la buona patrimonializzazione del sistema bancario italiano. Tuttavia, il progressivo deterioramento della qualità del credito, in particolare nei finanziamenti alle imprese assistiti da garanzie pubbliche, solleva preoccupazioni e richiama l’attenzione dell’Istituto centrale. Il Rapporto 1/2025 tratteggia un quadro in chiaroscuro: da un lato, redditività ancora elevata e ampia disponibilità di liquidità; dall’altro, crescenti segnali di stress nel credito e maggiori pressioni regolamentari.
Redditività in tenuta, ma all’orizzonte nubi da politica monetaria
Il contesto macroeconomico incerto e l’addio alle operazioni straordinarie della BCE (TLTRO3) non hanno ancora incrinato i fondamentali del settore bancario. Le banche italiane godono di un livello di capitale e liquidità superiore alla media dell’area euro e mantengono ROE e price-to-book ratio su livelli competitivi. Tuttavia, la prevista riduzione dei tassi di interesse da parte della BCE potrebbe erodere i margini e, con essi, la redditività del comparto.
A complicare il quadro è arrivata, ad aprile, una nuova ondata di tensioni finanziarie innescata dai dazi statunitensi, che ha spinto al rialzo i premi sui CDS anche per le principali banche italiane, allineandoli a quelli dei grandi gruppi europei.
Più prestiti a rischio, soprattutto per le imprese
Nel 2024, il tasso di deterioramento del credito ha segnato una crescita contenuta ma significativa: 1,4% su base annua, +0,3 punti rispetto al 2023. Il fenomeno si concentra principalmente sui prestiti alle imprese, mentre resta stabile per le famiglie. Anche l’indicatore complessivo dei crediti deteriorati (NPL ratio) rimane sotto controllo: 1,5% per il sistema bancario, 1,1% per i gruppi significativi, in linea con la media europea.
Prestiti garantiti dallo Stato: sale l’allerta
Uno dei dati più rilevanti emersi dal rapporto riguarda i prestiti alle imprese assistiti da garanzia pubblica (PGS), come quelli erogati tramite il Fondo centrale di garanzia e SACE durante l’emergenza Covid. Questi finanziamenti rappresentano ancora oltre il 24% del totale, in calo dal picco del 32,8% nel 2021.
Tuttavia, nel secondo semestre 2024, il tasso di deterioramento dei PGS è salito al 3,2%, ben al di sopra del 1,8% registrato nei prestiti non garantiti. La vulnerabilità maggiore si riscontra nelle banche meno significative (LSI), che hanno fatto un ricorso intensivo a questo tipo di strumenti.
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Verifiche e anomalie: il 19% dei prestiti garantiti presenta criticità
La Banca d’Italia ha condotto un’indagine mirata sulle LSI, analizzando circa 1,9 miliardi di euro di prestiti PGS. È emerso che il 19% presenta anomalie gestionali, anche se non tali da mettere a rischio le garanzie. Le irregolarità più frequenti riguardano:
- Carenze documentali (33%)
- Problemi negli obblighi antiriciclaggio (26%)
- Errata valutazione del merito creditizio (18%)
- Uso improprio dei fondi da parte delle imprese (8%)
Le autorità di vigilanza hanno quindi invitato le LSI a rafforzare i controlli interni, soprattutto nei criteri di selezione del credito, nei presidi antiriciclaggio e nella gestione delle reti distributive. In alcuni casi, sono state imposte richieste di capitale aggiuntivo, a copertura del rischio residuo non garantito.
Intermediari e rete commerciale: un anello cruciale da rafforzare
Il rapporto sottolinea anche la necessità di una vigilanza più incisiva sull’intera filiera commerciale del credito, in particolare su società di intermediazione creditizia, agenti in attività finanziaria e mediatori che operano nella distribuzione dei prestiti, spesso in modalità fuori sede. Questi attori, pur svolgendo un ruolo fondamentale nell’accesso al credito per PMI e famiglie, possono rappresentare un punto critico in termini di adeguata verifica del cliente, prevenzione del riciclaggio e controllo sull’uso dei fondi.
La Banca d’Italia richiama quindi l’importanza di non abbassare la guardia: la presenza della garanzia pubblica non può giustificare l’allentamento degli standard di controllo, tanto meno nelle reti di offerta dei servizi finanziari sul territorio. Il rischio reputazionale e operativo, in particolare per le banche di minori dimensioni, è concreto e va monitorato con sistematicità.
Prospettive: serve prudenza nella gestione dei rischi
Secondo le proiezioni della Banca d’Italia, il deterioramento del credito alle imprese potrebbe salire al 2,4% nel 2025 e al 2,5% nel 2026, complice la riduzione della redditività aziendale e il rallentamento del ciclo economico. Per le famiglie, invece, il dato resterebbe stabile allo 0,9%.
Conclusione
Le banche italiane affrontano la fase post-pandemica con fondamenta robuste, ma il ritiro graduale delle garanzie pubbliche e la pressione regolamentare sulle LSI e sulla rete distributiva impongono un cambio di passo nella gestione del rischio di credito. La garanzia statale, sebbene utile per sostenere l’accesso al credito, non può sostituire un’adeguata valutazione del merito creditizio né giustificare un allentamento dei controlli.
Il messaggio della Banca d’Italia è chiaro: la solidità di oggi non deve diventare un alibi per trascurare i segnali di vulnerabilità del domani.
Antimo Marino Sanapo
Responsabile Assopam
Net Capital ( Retail & Corporate Finance)
📌 Fonte: Banca d’Italia, Rapporto sulla Stabilità Finanziaria 1/2025, pubblicato il 3 maggio 2025.
🔗 Link: https://www.bancaditalia.it

Articolo pubblicato dall’imprenditore e Operatore Finanziario Raffaele Tafuro, Presidente Nazionale Assopam (Associazione Professionisti, Agenti e Mediatori Creditizi), delegato nazionale Enasarco, Amministratore Unico Credismart A.A.F. srl mandataria Deutsche Bank Easy spa.
Esperto del settore del credito e della mediazione finanziaria. Docente per l’aggiornamento professionale OAM e IVASS, noto per le sue lotte per la riforma del credito e le sue critiche alle normative italiane ed europee nel contesto del mortgage credit.
Rappresentante d’interesse Assopam, alla Camera dei Deputati e all’Unione Europea per la tutela e la difesa di aziende e consumatori. Ha pubblicato migliaia di articoli e collabora con le migliori testate giornalistiche.
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